lunedì 31 gennaio 2011

Hello Syuzee! (piccolo mondo crossdresser)

Eccolo qui, il mio trolley rosso. Tutto quello che mi serve per essere, diventare Syuzee - o almeno per "costruirne" l'involucro esteriore - sta comodamente racchiuso qui. Ho una donna chiusa dentro una valigia, che aspetta solo di poter uscire ;o)

Indosso le autoreggenti, l'effetto sulle gambe lisce e depilate è come una carezza leggera che da i brividi. Adoro la sensazione della balza che abbraccia, circonda la parte superiore della mia coscia, e la lieve insenatura che la banda elastica siliconata provoca nella carne morbida. Metto i sandaletti neri tacco dodici con laccio alla caviglia, le unghie smaltate e le scarpe fanno sembrare le mie gambe proprio come quelle di una "bio", e se non fossero le mie mi inginocchierei a leccarle... Devo mettere calze e scarpe per prime, perché quando avrò indossato il busto non riuscirò assolutamente più a piegarmi per poterlo fare.

Estraggo il busto di broccato nero dalla sua confezione, e allento i lacci nella parte posteriore. Lo indosso e unisco i ganci metallici sul davanti - ce n'è sempre uno, maledetto, che non si vuole chiudere e che mi fa dannare un po'. Inizio a stringere lentamente i lacci, e provo la familiare, sensuale sensazione di costrizione. E' il momento della "porta", il trucco che mi sono inventata per poter stringere il busto da sola senza aiuti esterni: dando le spalle ad una porta, fisso i capi dei lacci alle due maniglie e inizio lentamente a camminare in avanti, aiutandomi con le dita a tirare i vari "incroci" mentre i lacci si tendono.

Un passo alla volta e sento la morsa stringersi sempre di più, mozzandomi il fiato e facendomi dolere le costole; è una vera e propria armatura di tessuto, che costringe le mie morbidità in una strepitosa figura a "clessidra" della quale non so fare a meno. Altri passi un po' traballanti sui tacchi, la distanza tra i bordi del busto è arrivata alla larghezza di un dito: è ora di fare un bel fiocco. Mi guardo allo specchio e faccio scivolare le mani sul rigido broccato, poi le porto ai fianchi meravigliandomi (come ogni volta) di come sia sensuale una vita stretta. Lo specchio restituisce un'immagine già molto femminile, ma dal collo in su sono ancora un maschietto e non va bene. E' ora di passare alla fase successiva.

Mentre la crema idratante che ho steso sul viso si assorbe, estraggo dal beauty tutti gli strumenti del mestiere e li preparo in bell'ordine: copribarba, spugnette, fondotinta, ombretti e tutto l'armamentario. Ma prima bisogna che sistemo le dannate sopracciglia. Quello della colla è un trucco che ho imparato su internet: si prende un tubetto di colla stick, quella normalissima e banalissima per carta che usavamo a scuola, e la si passa a più riprese sulle sopracciglia, lasciando un po' di tempo tra una "mano" e l'altra per farla asciugare. Alla fine si dovrebbe ottenere come una "seconda pelle" liscia, fatta di colla, su cui poter stendere il copribarba e il fondotinta per far letteralmente scomparire le sopracciglia.

Chissà perché a me non riesce mai troppo bene. Da una certa distanza fa un figurone ma da vicino si nota, e poi dopo un po' la colla desquama. Ma come diavolo faceva quel ciccione su youtube? A lui riusciva perfettamente... Magari in america hanno una colla migliore. "La prossima volta devo sfoltire di più le sopracciglia" mi riprometto. E poi devo decidermi a comprare quella cera speciale della Kryolan di cui mi ha parlato Laura, dovrebbe fare miracoli, altro che colla... Ma per ora devo arrangiarmi con quello che ho, provo a stendere la pritt con una spatolina di metallo (in realtà è un coltello da cucina) come ho visto fare, l'effetto è migliore ma non perfetto.

Prendo in mano la cake di copribarba e - spugnetta spugnetta spugnetta - lo passo sul mento, sotto il naso, sulle guance e intorno alla gola. Mano generosa di correttore sul naso (mamma mia che nasone che ho, ma tanto non posso farci niente...) e a coprire le occhiaie (devo dormire di più, seee magari dopo morta). Aspetto ancora che si asciughi il tutto, nel frattempo scelgo la tonalità di ombretto da usare stasera. Penso che metterò argento e azzurro, ci sono affezionata e poi mi illuminano gli occhi. Spremo il fondotinta sulla mano, aspetto che si riscaldi un po', e poi ancora spugnetta spugnetta spugnetta lo passo su tutto il viso. Ecco, iniziamo già ad esserci. L'insieme è uniforme, e quel che è più importante, finalmente nessuna sgradevole ombra di barba a tradirmi.

La cipria, fondamentale. Prendo il pennello e, dopo averlo "intinto" nella polvere, picchietto leggermente dappertutto per rendere opaco il fondotinta. Prendo la matita nera e traccio due sottili sopracciglia arcuate, poco sopra quelle vere nascoste dalla colla. Passo l'ombretto argento nella zona compresa tra la palpebra e il nuovo sopracciglio, e poi quello azzurro sulla palpebra e sfumo. Adesso tocca all'altro occhio, dovrei proprio usare la sinistra ma mi trema, non è abituata... Incoraggio mentalmente la mia immagine riflessa, ricordati che practice makes perfection, non ti scoraggiare e pensa che andrà sempre meglio. In qualche modo anche stavolta, grazie all'intervento soprannaturale della dea delle crossdresser, un occhio mi viene uguale all'altro e tutti e due senza sbaffi e sbavature.

Ora di scegliere le ciglia finte. Adoro lo sguardo da cerbiatta che mi danno, e poi è più facile mettere queste che tirare una riga malferma di eye liner e passare il mascara... passatina di colla speciale sul bordo delle ciglia finte e, per sicurezza, anche sulla palpebra, socchiudo un occhio e appoggio delicatamente... premo la bacchettina di plastica "fattapposta" con dolcezza lungo il bordo incollato per aiutare il fissaggio, OK è a posto... ripeto l'operazione con l'altro occhio, il sinistro, la maledetta si è incollata alle dita e a momenti pasticcio tutto quanto ma poi ecco che va a posto, ed è anche (quasi) simmetrica all'altra. Fiuu.

Blink blink, ammicco allo specchio e sorrido, l'effetto è veramente stupefacente, ogni volta, e intanto penso che ho ventiquattro scatole da dieci di ciglia finte, mi bastano per questa vita e anche metà della prossima hehehe... I miei scudi. Le ciglia finte dentro di me le ho sempre chiamate e considerate così; nei momenti di più intensa sofferenza fisica o psicologica mi bastava socchiudere appena un po' le palpebre e quelle, innaturalmente lunghe, scendevano come una cortina protettiva a trasfigurare il mondo esterno, lasciandomi uno spazio privato (di appena pochi millimetri davanti alle mie pupille) in cui potermi ritrovare.

E adesso arriva uno dei momenti più appaganti, quello del rossetto. Mentre ne scelgo uno di un bel rosso scuro, mi ricordo come ogni volta del mio primo rossetto in quei lontani pomeriggi di almeno trent'anni fa, rubato dal beauty della mamma e con un vago gusto di ciliegia... un punto di rosso ed un sapore che non ho mai più trovato. Peccato. Lo passo con attenzione sulle labbra, stavolta non ho voglia di usare la matita per contornarlo... un tocco di gloss al centro delle labbra, e il gioco è fatto. Sorrido e vedo con piacere il contrasto tra il chiarore dei denti e il rosso delle labbra. Mmmmhh, passo la punta della lingua e sento le labbra morbide, piene e pastose, e un formicolìo proibito comincia a farsi sentire laggiù in basso...

Passata veloce di fard sugli zigomi, ed è arrivato il momento finale, supremo: quello della parrucca. Messa quella la trasformazione è completa. La mia preferita è color mogano e arriva giusta alle spalle. L'ho presa su ebay ad un prezzo dignitoso, sintetica ma mille volte meglio di quelle da carnevale che usavo all'inizio. Non pensavo che la parrucca fosse poi così importante, e invece mi sbagliavo: da sola vale almeno il 50% dell'effetto totale, la differenza tra un viso per lo meno passabile e una caricatura da varietà.

Indosso la "cuffietta speciale" per tenere a bada la mia zazzera naturale, corta e ispida (un paio di collant di taglia piccola, altro trucco imparato da internet), prendo in mano la parrucca e la passo delicatamente con il pettine a denti larghi per riordinare le ciocche. Chino la testa in avanti e sento la calotta avvolgermi con un caldo, sicuro abbraccio. Già temo il momento in cui dovrò fare l'operazione inversa e de-syuzeezzarmi, è sempre un momento di profonda tristezza... Colpo di reni, rialzo il busto e la testa di scatto, i capelli volano indietro e al loro posto come una vera vamp. Ed ecco che lei appare. Cioè, io. Non posso fare a meno di sorridere all'immagine nello specchio.

Involontariamente dalle labbra carminio mi esce un sussurro: "ciao Syuzee!"