martedì 27 settembre 2011

Declassata


Se questa fosse una storia, sarebbe una gran brutta storia. Ma è la verità. Da un po' di tempo tira una brutta aria, non solo da noi, ma un po' in tutto il mondo, e di sicuro ve ne sarete accorti. Sembra che prima o poi (più prima che poi) i cinesi ci si compreranno e ci si mangeranno, e tutto questo grazie (anche) alle agenzie di rating.

Standard & Poor's rules the world. Una settimana fa ha declassato l'Italia, poco dopo lo ha fatto con sette banche italiane (evabbè, non piangerò certo per loro), ieri ha ripetuto con città e regioni: Genova, Bologna e Milano, la provincia di Mantova e quella di Roma, la Sicilia, la Liguria, l'Emilia Romagna, il Friuli e le Marche, neanche fosse la guida Michelin. Pure l'Umbria, e proprio il giorno dopo la marcia della pace di Assisi: questi americani non guardano in faccia nemmeno i santi.

Me lo dovevo aspettare che prima o poi sarebbero arrivati anche a me. Anch'io mi sento declassata. Le mie prospettive di crescita sono a zero, semmai posso solo invecchiare. Ho una quota di mercato ridicola, oltretutto in un settore di nicchia - quello delle crossdresser - in declino e fortemente contestato dalla morale e dalla società.

I bei tempi di Lapo e Marrazzo, quando eravamo noi trav e crossdresser a metterlo in quel posto a politici e imprenditori, sono finiti. Adesso tutto è tornato come prima, sono loro che lo mettono in quel posto a noi.

La mia resistenza alle situazioni congiunturali difficili è minima. E' vero, ho raggiunto il pareggio del bilancio; tanti soldi entrano, tanti ne escono. Anzi, il pareggio lo raggiungo tutti i mesi, e ben prima della fine del mese; a volte anche troppo prima. Ma non basta.

E non bastano nemmeno i tagli che ho previsto nella mia prossima manovra finanziaria: drastica riduzione delle spese per i libri (i CD non li compro più da anni), azzeramento dei caffé in ufficio, niente cinema, niente cambio del telefonino anche se quello attuale passa ormai i cinque anni. L'ultimo concerto è stato negli anni novanta, ed era già gratis. Proverò anche a disdire il canone Rai, se ci riesco. Sì, sono una delle povere fesse che ancora lo paga.

Le gomme della macchina sono un po' lisce ma le cambierò a novembre, e solo perché ho la revisione. Il pensiero di cambiare magari la macchina tutta intera è pura fantascienza, conto di arrivare a immatricolarla come auto storica. Così la affitto per i matrimoni.

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