domenica 4 dicembre 2016

I limiti sono fatti per essere superati



"I limiti sono fatti per essere superati." Questa stessa frase, curiosamente, l'ho sentita dire da due persone diverse a distanza di tre anni.

La cosa curiosa è che la prima volta, nel sentirla, ho provato un immediato senso di repulsione e di fastidio, mentre la seconda invece l’ho stranamente sottoscritta e condivisa.

Possibile che in tre anni io sia cambiata così tanto da capovolgere completamente questo punto di vista? Non mi pare... e allora come mai questa reazione così diversa?

In effetti, ripensandoci bene, le due persone che, nel corso di un’amichevole chiacchierata, hanno in tempi diversi enunciato questa “verità” non potevano essere più distanti tra loro, e quasi certamente da questo è dipesa la mia reazione.

Falsa e opportunista la prima, tanto quanto è sincera e premurosa la seconda.

Perché quella frase, anche se è una sorta di luogo comune che gira nell’SM, cambia molto a seconda della bocca che la pronuncia.

Nel primo caso, la persona in questione sottintendeva il fatto che a lei, dello slave, fondamentalmente importava il giusto (cioè niente) e che durante il gioco lei faceva né più e né meno quel che le pareva, come se avesse tra le mani un pezzo di argilla. Senza alcun riguardo per la persona del poveraccio di turno.

Nel secondo caso invece era sottinteso che si può arrivare ad avere ragione di un bel po' di limiti soggettivi (specialmente quelli che hanno a che fare con paure e tabù personali) e forse forse anche di qualcuno di quelli oggettivi (non starò qui a spiegare cosa sono) ma solo a patto di trovarsi insieme alla persona giusta, con la quale si è stabilito un rapporto di complicità e reciproco rispetto, e due o tre altre cosette ancora.

In entrambi i casi la frase è stata secca, netta, senz’altri fronzoli o aggiunte; ma anche le due spiegazioni implicite qui sopra erano altrettanto nette e palpabili. Un paio di labbra collegate ad un cervello (e a un cuore) piuttosto che ad un altro: che differenza eh?

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