"I limiti sono fatti per essere superati." Questa stessa frase,
curiosamente, l'ho sentita dire da due persone diverse a distanza di tre anni.
La cosa curiosa è che la prima volta, nel sentirla, ho provato un immediato senso di repulsione e di fastidio, mentre la seconda invece l’ho stranamente sottoscritta e condivisa.
Possibile che in tre anni io sia cambiata così tanto da capovolgere completamente questo punto di vista? Non mi pare... e allora come mai
questa reazione così diversa?
In effetti, ripensandoci bene, le due persone che, nel corso
di un’amichevole chiacchierata, hanno in tempi diversi enunciato questa “verità”
non potevano essere più distanti tra loro, e quasi certamente da questo è
dipesa la mia reazione.
Falsa e opportunista la prima, tanto quanto è sincera e premurosa la
seconda.
Perché quella frase, anche se è una sorta di luogo comune che gira
nell’SM, cambia molto a seconda della bocca che la pronuncia.
Nel primo caso, la persona in questione sottintendeva il
fatto che a lei, dello slave, fondamentalmente importava il giusto (cioè niente) e che durante
il gioco lei faceva né più e né meno quel che le pareva, come se avesse tra
le mani un pezzo di argilla. Senza alcun riguardo per la persona del poveraccio
di turno.
Nel secondo caso invece era sottinteso che si può arrivare
ad avere ragione di un bel po' di limiti soggettivi (specialmente quelli che
hanno a che fare con paure e tabù personali) e forse forse anche di qualcuno di
quelli oggettivi (non starò qui a spiegare cosa sono) ma solo a patto di trovarsi insieme alla persona giusta, con la quale
si è stabilito un rapporto di complicità e reciproco rispetto, e due o tre altre cosette ancora.
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