mercoledì 16 febbraio 2011

Tanto vale che tu lo sappia

L'idea di scrivere queste righe mi è venuta in seguito alle molte esperienze di "conversazione", virtuali e di persona, che ho avuto nel corso degli anni. Si tratta di una... piccola presentazione del mio modo di essere, della quale ti prego di tenere conto. Non credo di essere una persona dalle "idee statiche," per cui è possibile che di tanto in tanto riveda le posizioni che scrivo qui di seguito.

Il panorama del cross-dressing è molto ampio. Giusto per indicare una delle sue tante discriminanti, ci sono delle "sorelline" (tra di noi a volte ci chiamiamo così) che sono molto curate e femminili, e che potrebbero tranquillamente passare per delle "bio" (il "nostro" modo per definire le donne biologiche, le donne "vere" insomma). Personalmente ne conosco qualcuna. All'altra estremità c'è chi "si accontenta" (per amore o per forza) di indossare dell'intimo femminile e stop su un "semplice" corpo maschile, anche senza depilarsi e tenendo pure barba e baffi :o)

Ho la massima considerazione e rispetto per tutte: ogni crossdresser (ma questo discorso potrebbe essere esteso bene o male a chiunque) è arrivata al proprio modo di essere attaverso una strada diversa, unica, e troppo spesso sofferta; nessuna è meno degna di un'altra. Ognuna di noi ha le proprie preferenze e "ricette" per diventare "se stessa" e, per quanto mi riguarda, è libera di viverle come vuole.

Su questa immaginaria scala di "crossdressità" io credo di posizionarmi esattamente nel mezzo, e ti spiego perché. Primo, con i miei due metri e passa di altezza (OK, con i tacchi, ma sono sempre tanti) e il mio fisichino non esattamente filiforme difficilmente posso passare per una "bio" (le "bio" sono le donne "biologiche", quelle nate già così insomma). Anche solo lontanamente. Anche in una notte buia, in un vicolo oscuro e dentro un sacco di iuta.

Però, come credo traspaia da alcuni dei miei post, sono pazzamente innamorata dei dettagli che contribuiscono a definire la femminilità, talmente innamorata da volerli fare miei, anche se questo vuol dire passare ore al trucco e parrucco.

Ripeto: non me ne voglia chi la pensa - e la vive - diversamente da me, la mia non è assolutamente una critica (ci mancherebbe!) ma solo una piccola spiegazione di come son fatta io... al mondo c'è posto per tutti. Se c'è una cosa che mi è sempre piaciuta di noi "sorelline" è il profondo senso di rispetto reciproco e solidarietà che ci anima (vabbé, la maggior parte di noi...)

Mi sono accorta di questa insolita caratteristica frequentando un forum dedicato alle crossdresser, un luogo particolare, una specie di arcadia dove si fa quasi a gara nel mettere le persone a proprio agio, dove anche le (poche) critiche sono sempre rispettose, mai aspre, mai scritte a cuor leggero ma anzi con mille cautele e premure. Beh, quasi sempre.

Ma sto divagando. Adesso dovrebbe venire la parte dedicata alle mie preferenze e ai miei limiti; ci ho pensato parecchio su, e mi son resa conto che è molto difficile trattare l'argomento senza scadere in un triste effetto "lista della spesa". Senza contare che sono in continua "sperimentazione", mi piace studiare e provare sempre cose nuove, ed è quindi possibile che (con le giuste premesse) io possa apprezzare domani una cosa che non mi "piace" oggi.

Per cui mi limito all'essenziale. Prima di tutto: molti, la prima volta che ci incontriamo in chat, mi chiedono se ho "preferenze" nell'andare con uomini o donne. Posso dire in tutta tranquillità che preferenze non ne ho; c'è molto da apprezzare e scoprire in entrambi i casi. Io preferisco le "persone". Rispettose, gentili, aperte al dialogo e al confronto, come credo (mi sforzo) di essere anch'io. Mi piacciono le persone che mi forniscono - direttamente o indirettamente - stimoli, spunti per la riflessione. Però a volte sono un Diesel e le cose le capisco dopo, porta pazienza.

Come dice la mia amica Laura, sono una persona abbastanza complicata, e apprezzo di più chi è pieno di dubbi e incertezze che non i personaggi troppo sicuri di se. Se sei troppo compreso nel tuo ruolo, se ti prendi troppo sul serio, se preferisci identificare le persone secondo rigide categorie di appartenenza, se sei rozzo, volgare, presuntuoso (OK, i rozzi volgari e presuntuosi difficilmente sanno di esserlo, lo ammetto), se pensi di potermi cogliere come un frutto maturo senza metterci un minimo di impegno... allora non faccio per te.

I titoli e le esperienze non mi impressionano. Mi impressiona invece la sincerità, la complicità, l'ironia e la voglia di ridere. Rispondo onestamente a tutte le domande, e se non posso rispondere onestamente, allora non rispondo affatto. E dato che io per prima non mi fido di chi dice "sono sincero" o "fidati di me" - perché sembra troppo un trucco da "il gatto e la volpe" - non ho la pretesa di essere creduta sulla parola.

Mi sforzo quotidianamente di avere una mentalità aperta, e con il numero minore possibile di pregiudizi. Come ho già detto, mi piace esplorare sempre cose nuove, e ce ne sono alcune che non mi piace fare; ma questo non vuol dire che in futuro possa invece arrivare ad apprezzarle (è già successo).

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