lunedì 24 ottobre 2016

Arcobaleni



Immagina una cosa già triste di per sé come la tangenziale di Milano. Ma fatti del male, falla ancora più triste aggiungendo le cosiddette "4 F" milanesi: famm, fumm, frecc e fastidi ("fame, fumo, freddo e fastidio"). Mettici anche una pioggerellina fine, maledetta, di quelle trasformano il traffico in marmellata e la macchina in una saponetta. E dire che nemmeno 48 ore prima quella stessa macchina la guidavi en femme con stivali tacco dieci (altro che scarpe da tennis), prode e fiera, infischiandotene pure del rischio di beccare 200 euro di verbale (art. 85 Regio Decreto 18 giugno 1931).

Passi davanti al bar ma è tardi, il cappuccio e la brioche ti fanno ciaone grande. Parcheggi in ultima fila, praticamente nel comune di fianco. L'ascensore è occupato, e ti spari tre piani di scale. Davanti alla macchinetta del caffè staziona quella manica di bastardi dell'amministrazione, che non ti saluta nemmeno se gli punti contro un mitra carico. Hm-mmm, La giornata sta proseguendo di bene in meglio.

Ti spari un tè insipido e una ciambellina che sembra di cartapesta, con abbondante colla vinilica. Quell'analfabeta funzionale del tuo capoufficio ti chiama ogni due minuti perché non riesce a far funzionare il CercaVert, o perché non sa allegare un file ad una email (nel 2016). Nel mentre ti ammorba col resoconto della partita di domenica dell'Inter, e a te già non te ne frega un'amata del calcio, figuriamoci dell'Inter.

 La natura fa il suo corso, e a tempo debito il tè vuole tornare nel mare. Ma la turca è rotta, perde acqua da sotto e ha già allagato mezzo bagno. In quella entra l'amministratore delegato (ripeto: l'amministratore delegato) e chiede a te perché non hanno ancora installato il wc nuovo. Ti guardi in giro di sottecchi per vedere se per caso sei su candid camera, poi fuggi.

Poi ti telefonano che c'è un errore nel catalogo elettronico. Poi che manca il materiale a magazzino, ma non da oggi, no; da marzo. E te lo dicono solo ora. C'è un cliente è incazzato perché gli hanno respinto un reso e vuole compiere un sacrificio umano. Vuoi prendere l'appuntamento per il tagliando della macchina di cui sopra, che sei già mille chilometri oltre il limite e il milleesei è un motore delicato, ma il sito della Citroen non funziona.

Arriva sera, il ritorno è la fotocopia dell'andata, che te lo scrivo a fare. Arrivi a casa ma esci subito per correre alla scuola di teatro. Le altre madri, fuori in attesa come te, sono l'apoteosi dello snobismo e della banalità; ti getteresti loro addosso con una bottiglia di napalm per mano. Ah, c'è ancora da preparare la cena.

Ma.

Ma, per tutto il tempo, per tutto il fottutissimo tempo, è come se uno stormo di cherubini, in volo a bordo di una mandria di unicorni che sparano arcobaleni dal didietro, cantasse a tutto spiano canzoni dei Madness sotto un cielo estivo caldo, luminoso, sereno,

Ecco come.



(Sì, lo so, ma provateci voi a trovare l'immagine di un cherubino a bordo di un unicorno che spara arcobaleni. Se ci riuscite vi do dieci euro.)

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