domenica 29 gennaio 2017

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La nostra cultura e la nostra società sono permeate, ossessionate da dualismi e dicotomie. Luce/ombra, buono/cattivo, bello/brutto, nero/bianco, noi/loro, maschio/femmina; due occhi, due mani, due gambe, due tette. Due è bello, due è rassicurante perché semplifica al massimo pur garantendo un’illusione di libertà. Due permette di vendere, di indottrinare, di plasmare secondo volontà, perché costringe ad una scelta netta, chiara, inequivocabile e assolutamente vincolante. E sicuramente errata perché taglia fuori tutte le differenze, la ricchezza delle gradazioni.


Mi troverai nelle sfumature, nei semitoni,
Nella coda dell’occhio, sulla punta del naso,
Proprio in mezzo tra una casella e l’altra,
Tra due petali di margherita,
Dove c’è un dubbio, nei “forse”, nei “non lo so”,
Nel luogo dove vanno a finire tutte le questioni irrisolte.
Cercami nelle canzoni canticchiate a bocca chiusa,
Quando è ormai sera ma c’è ancora luce,
In un posto che non è terra, mare o aria.

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